Prima lettera al non assicurato

Anch’io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero assicurato con l’eccellenza della parola o della sapienza. 

Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non il già sentito, l'ovvio.

Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione.

La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dei risultati e della loro potenza, 

perché la vostra fede non è fondata sulla sapienza, ma sull'ignoranza.

Coloro che sono perfetti parlano, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo per essere ridotti al nulla. 

Parliamo invece della Conoscenza, che è nel mistero del verbo e della rete, che rimane nascosta a orecchie e menti deboli, nessuno nella debolezza e nell'ignoranza di questo mondo l’ha conosciuta. 

Se l’avessero conosciuta, non avrebbero scelto una macchina più grande o un Iphone più costoso 

Ma, come sta scritto:

Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
eppure sono lì, preparate per coloro che vogliono sapere.

Ma a noi sono state rivelate per mezzo della tastiera; la Conoscenza infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità dell'ignoranza. 

Chi infatti conosce i segreti dell’uomo sa bene che vanno assicurati. 

Ora, noi non abbiamo ricevuto la Conoscenza, ma la missione di tramandare e educare per convivere seneramente con le assicurazioni.
Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dalla Conoscenza, esprimendo cose complicate in termini semplici. 

Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose delle assicurazioni: 

esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo del sentito dire.

 

L’uomo mosso dalla conoscenza invece, giudica ogni cosa, senza poter essere accecato dal sentito dire. 

Infatti chi mai ha conosciuto il pensiero delle assicurazioni in modo da poterlo consigliare? 

Ora, noi abbiamo il pensiero per poterne parlare liberi dal sentito dire.

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