la Cicala milanese e la formica terrona.


C’era una volta un’estate calda, una cicala, nella periferia milanese spendeva e comprava qualsiasi cosa, l’importante è che fosse l’ultimo grido e di tendenza. 

Sotto il ramo dell’albero dove viveva comoda la cicala, passava avanti e indietro una formica, terrona, tutta indaffarata a portare sulla sua schiena un sacco di cose: pezzetti di cibo, sassolini, legnetti ecc.
La cicala, vedendo come era sudata la formica, iniziò a prenderla in giro:
– Ei formichina vieni su da me così ci facciamo un apè.  
Fà più fresco e ti mostro il mio ultimo acquisto, basta sgobbare come un terrone–  
- Grazie mille per l’invito, signora cicala, ma io sono molto indaffarata a mettere via provviste per l’inverno e a risparmiare per i momenti duri, quando arriveranno – e, così dicendo, continuò ad andare avanti e indietro per il prato, indaffarata.
– Che cosa da sfigati, che cosa vuoi che ti succeda! – continuò la cicala – quando sarà il momento si spendono due soldini e si raccoglie il grano! Taaac - 

La formica scosse un po’ la testa e continuò imperterrita il suo lavoro, senza più badare alla cicala.
– Fai come vuoi, formica mia. Io intanto mi godo questa meravigliosa giornata rimanendo qui rilassata a riposare – e la cicala riprese a cantare una canzone.

Ma i giorni e poi i mesi passarono veloci, ed ecco che, puntuale, arrivò l’imprevisto.
La cicala vagava per  i prati, secca, magrolina e con una zampa rotta, aspettando l’interminabile coda nella clinica del prato.
Una sera in cui il buio era sceso molto presto, incontrò una piccola casetta con la finestrella illuminata. 

La cicala, stufa di attendere il suo turno per farsi visitare, bussò alla porta.
La porta si aprì ed uscì la formica, ingessata ad una zampa e su una magnifica sedia a rotelle, in carne.
Quella casetta è la clinica privata della coccinella fortunata.
– Buonasera signora cicala, cosa ti porta qui?
– Buonasera formichina – rispose tutta rotta la cicala, tremando nel leggero cappottino che aveva addosso. 
- Mi sono infortunata e impoverita, il mio ortopedico si è dato alla macchia, truffa del gesso e non riesco a farmi visitare alla clinica del prato perché è piena -
La formica guardò la cicala con compassione.

- Ah signora cicala, come ricordo bene le calde giornate d’estate in cui, mentre io faticavo per metter via provviste e risparmiare, tu, beata sul tuo ramo al fresco e all’ombra, spendevi, spendevi, spendevi.
Beh, facciamo così: la coccinella fa delle visite gratuite, entra, per questa volta ti visiterà, la prossima volta non sarai così fortunata. 
Prometti che metterai fine a questa situazione, pensando al tuo futuro.
La cicala, imparata la lezione, promise che avrebbe fatto la brava e ringraziò di cuore la formica per l’aiuto.

Morale: l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Pensaci prima non dopo.

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