Terza lettera al non assicurato
Ognuno si consideri come servo di se stesso e amministratore del proprio tempo e denaro. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele. A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il mio operato! Non vogliate perciò nulla prima del tempo, fino a quando il Risultato verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà dalla Conoscenza il giusto risultato. Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio per me, per vostro profitto, perché impariate da ciò che è scritto, senza gonfiarmi d’orgoglio favorendo uno a scapito di un altro. Chi dunque ti dà questo privilegio? Che cosa possiedi che tu non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto? Voi siete già saz